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L’altra metà della storia
Tony Webster alla vigilia dei 70 anni riceve una lettera che lo riporta a ripensare al passato agli anni in cui era uno studente ed alla sua storia d’amore …
Film britannico diretto da Ritesh Batra protagonista è Jim Broadbent, con Harriet Walter Michelle Dockery e Charlotte Rampling. Tratto dal romanzo in parte autobiografico di Julian Barnes “Il senso di una fine” lo stesso regista ha diretto “Le nostre anime nella notte” di cui ho letto il libro ma non ho ancora visto il film che è andato a finire su Netflix, cercherò di vederlo devo capire come si fa? E di certo non sarà come vederlo sul mega schermo. Quest’uomo tranquillo Tony che i pensione si dedica all’attività di riparatore di Laica, la sua vita piatta viene sconvolta da questa lettera dal passato in un epoca dove non si scrive più nemmeno una cartolina a mano, lo obbliga a ricucire i fili di una memoria sepolta chissà dove. Lo spettatore tra vari flash back scopre verità nascoste, dettagli e tracce di tempo prima tra sbagli e tradimenti, e ci ricorda anche un pò con una certa filosofia “L’attimo fuggente” Questo ripensare al passato come una forma di irrisolto che viene a galla. E’ bravo il regista a creare un equilibrio tra il presente ed il passato come tra morte e nascita, tutto abbastanza indefinito e sospeso trascina lo spettatore che resta imbrogliato in una serie di flash mnemonici abbastanza enigmatici, solo alla fine sarà chiara la verità a tutti soprattutto a Tony. Ottima interpretazione di tutti gli attori, magnetica come sempre Charlotte Rampling che appare solo nell’ultima mezz’ora. Un film essenziale, con un umorismo tutto inglese tra commedia e dramma.
Voto 7
Milena
Easy – Un viaggio facile facile
Il giovane Isidoro era una promessa delle corse go-kart, ora in sovrappeso e ansiolitico dipendente vive chiuso in casa con la madre, un bel giorno è costretto dal fratello a mettersi in viaggio da Trieste su un carro funebre per trasportare un operaio morto fino al suo paese d’origine, che si trova tra l’Ungheria e l’ucraina il viaggio sarà ricco di imprevisti …
Opera prima di Andrea Magnani, esordiente devo dire di altissimo livello, lo dimostra con questo film che è stato presentato al festival di Locarno. Il protagonista un simpaticissimo Nicola Nocella, ma c’è anche Barbara Bouchet, all’inizo che impersona sua madre. E’ un road movie, questo viaggio assurdo in mezzo al nulla in zone non tracciate, Isidoro si perde e si trova senza niente, ma il suo obiettivo resta lo scopo che si è prefisso. Durante il viaggio incontriamo personaggi divertenti e improbabili che parlano lingue incomprensibili, ma comunque riesce sempre a comunicare, è la forza della sopravvivenza che lo farà crescere e maturare, un confine psicologico e umano che diverte tantissimo e commuove allo stesso tempo per la genuina spontaneità d’animo. Stupefacente la qualità mimica di Nocella risulta molto efficace, il film gira tutto intorno al suo personaggio un pò fantozziano, che con ironia riesce a continuare questo viaggio impossibile senza arrendersi mai, ottima musica da far west, mi ha ricordato in certe scene le atmosfere surreali dei film di Dino Risi e il personaggio assurdo quello di “Still Life” di Uberto Pasolini. Un film atipico, stranissimo e dolcissimo vi farà ridere e piangere. Soprattutto c’è un regista che promette benissimo.
Voto 9
Milena
Blade runner 2049
Nel 2049 il mondo è diventato un posto ancora più invivibile i replicanti intanto si sono integrati nella società l’agente K Ryan Gosling da la caccia ai vecchi replicanti Nexus ribelli nella ricerca trova una scatola sepolta….
Diretto da Denis Villeneuve con protagonista Ryan Gosling e troviamo anche un invecchiato Harrison Ford, oltre a Jared Leto e Robin Wright. Il seguito di Blade Runner del 1982 sono passati decenni e 50 anni dal libro scritto da Philip Dick che guarda caso qualche mese fa nelle insonni e afose notti estive ho letto scoprendo che il titolo da cui è tratto è “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” sottotitolo “A volte è meglio fare la cosa sbagliata piuttosto che quella giusta” Mentre lo leggevo cercavo agganci nella memoria visiva riguardo al film certe cose ci sono altre no, di certo un libro tranquillo, il finale completamente diverso dal film. Resta uno dei più bei film di fantascienza quello di Ridley Scott che in quest’ultimo è solo il produttore, stesso sceneggiatore Hampton Fancher, ha scritto il soggetto pensando proprio a Gosling e lui bravo come sempre, ma manca di carattere, secondo me molte cose restano in sospeso senza risposta. Ricostruzioni sceniche vere con gli aeromobili come nel primo e nel libro, è stato girato a Budapest e niente computer grafica. Dal libro datato 1968 scopro cose che nel film non ci sono per esempio che tutto iniziò con la morte degli animali, le civette per prime, nel sequel c’è una scena in cui l’agente K mette una mano in un alveare, si dice che se sparissero le api poco dopo toccherebbe al genere umano… e tutti posseggono un animale androide, ma chi può uno vero tanto sono rarissimi e costosissimi. Dal film al libro (tra l’altro l’autore Dick morì senza conoscere il successo del film) c’è un abisso, però anche tra il film di Rydley e questo di Villeneuve non si sa dove attaccarsi, nonostante gli innesti e i rimandi manca di atmosfera e di pathos, niente suggestioni futuriste ma un incubo senz’anima ne struttura, di Villeneuve non mi era piaciuto nemmeno Arrival, l’unico ma di tutt’altro genere notevole è stato “La donna che canta”. In questo rispetto al capolavoro del primo manca proprio tutto in primo luogo una colonna sonora indimenticabile come quella di Vangelis, un film lento tiratissimo troppo lungo, senza equilibrio, ne certezze, come il dubbio se Dickart è o no un replicante rimane, insomma molto squallido e deludente.
Voto 6
Milena
Madre!
Una coppia apparentemente serena e felice vive in una casa nel mezzo della foresta. Lei ha arredato e sistemato ogni cosa, lui é un poeta in crisi di idee. Le cose cambiano quando uno sconosciuto suona alla porta….
Diretto da Darren Aronofsky quello di Wrestler e del Cigno nero, i protagonisti sono Jennifer Lawrence e Javier Bardem, tra gli attori anche Ed Harris Michelle Pfeiffer. Questo film ha avuto un’accoglienza contrastante a Venezia dove era in concorso tra fischi ed applausi, é stato forse il film che ha fatto piú discutere, direi la pellicola nera quella scomoda una sofferenza, che da da pensare oltre alle apparenze, infatti è un film altamente simbolico, è importante non soffermarsi solo sulla parte sceneggiata ma vedere tutto in una dimensione più universale, infatti la madre, lei Jennifer Lawrence rappresenta madre natura, la casa la terra, l’uomo così strano un bravissimo e inquietante Javier Barden é lui quello becero, violento, falsamente gentile che ora sembra rassicurante e protettivo, ma poi in nome del successo, diventa distruttivo e senz’anima solo per la popolarità. Certo l’amosfera è cupa per tutto il film, anche se la prima parte é tranquilla, nella seconda scene molto forti, sempre in penombra con un clima da film horror e senza una nota musicale, tranne un paio di scene dove la telecamera e’ rivolta verso la luce naturale dell’esterno è i colori autunnali della foresta, per il resto sembra un film gotico, la telecamera che segue di spalla la Lawrence vediamo ció che vede la protagonista ci disturba, ci angoscia, ci deprime, un incubo allucinante, un film dove ci si sente perduti senza un filo logico e senza risposte. Le persone sono come nella storia eternamente in conflitto padri con figli e una marea di uomini esaltati che invadono distruggono ogni cosa, subdoli, accecati da chissà quale scopo non hanno rispetto per la casa ed il suo ordine perfetto, tutto sembra follia. Come non pensare ad un certo punto a Rosmary’s baby di Polanski e come non definirlo anche un film ecologico è lì il cuore della madre, il conflitto terra-natura e l’uomo, la madre che sistema tutto in un ideale armonia, dove tutto nasce e cresce naturalmente e poi l’uomo che anziché conservare distrugge. Forse non esiste una casa così, ma un mondo da salvare di sicuro. Grande l’idea di Aronofsky di creare questa metafora universale riducendo tutto a una situazione familiare, un film non facile da vedere ma che di sicuro fa molto pensare.
Voto 7
Milena
The teacher
Bratislava 1983 Maria Drazdechova è la nuova insegnante di slovacco, russo e storia al liceo, ed è anche un membro del partito. Dopo qualche tempo la direttrice convoca una riunione di genitori per prendere decisioni sull’insegnate su denuncia di alcuni genitori che hanno visto la figlia Danka subire pesantemente l’arroganza dell’insegnante…
Diretto dal cecoslovacco Jan Hrebejk lo stesso di “Oltre le colline”. Tratto da una storia vera, quest’insegnante che approfittando della sua posizione in modo così innocentemente e naturalmente si informa sulle famiglie degli studenti per trarne vantaggi pratici, mette tutti i genitori in una situazione di dipendenza e paura, come una forma di sottomissione, per lei del tutto normale chi non aiuta in qualche modo avrà delle ripercussioni su voti. il film si dipana in modo essenziale asettico con i dialoghi perfetti anche le scene più banali hanno un senso a far capire tutta l’atmosfera del film. Una storia vera che fa molto pensare è la Cecoslovacchia che stava vivendo un periodo buio dopo l’invasione dei carri armati russi a Praga e le persone erano tutte impaurite, ma gioca anche il fatto che l’insegnate non solo qui ma in tutto il mondo ha una posizione che intimidisce e tanti cercano di aggraziarsi in qualche modo, mi ricordo quando andavo a scuola certi genitori che regali facevano alla maestra pur di elemosinare dei voti più alti. il film è ben girato i dettagli emergono nel corso delle scene senza bisogno di essere spiegati ci si chiede fin dove siano legali certi comportamenti di certo così proprio non dovrebbe essere. Diffidate quindi degli insegnanti che vi chiedono che mestiere fanno i vostri genitori, la schedatura è dietro l’angolo.
Voto 8
Milena
Kingsman – Il cerchio d’oro
La più segreta e famosa sartoria londinese, con i componenti che prendono il nome dai cavalieri della tavola rotonda sono tornati, Eggsy con Merlino avranno a che fare con un problema oltreoceano che riguarda il traffico della droga, riusciranno ancora a salvare il mondo in giacca a doppiopetto?
Diretto anche stavolta da Mattew Vaughn come il primo “Kingsman Secret Service. Tra i protagonisti interpretati ancora una volta da: Taron Egerton- Eggsy- Galahad, Mark Strong- Merlino, resuscitato Colin Firth- galahad, Julianne Moore -Poppy Adams ecc non voglio svelarvi altri interpreti. In questo film i nostri eroi hanno a che fare con la cattivissima Poppy, una trafficante mondiale di stupefacenti che sfiderà il presidente USA. La kingsman si sposta così oltre oceano, conoscono i colleghi Statesman, chissà se salveranno il mondo di certo è un film avvincente con musiche soprendenti e azioni stop and go ad effetto e i nostri eroi non si rompono nemmeno un unghia, ma è ciò che vuole il pubblico e piace di certo a tutti vedere il bene che sconfigge il male almeno al cinema. All’inizio del film Merlino sotto la pioggia con impermeabile e cappello e per un attimo mi è sembrato di vedere Mark Rylance in una scena de “il ponte delle spie” Chissà se il regista l’ha fatto apposta? Ci sono molti messaggi nel film che fanno pensare, come il concetto che lo zucchero e l’alcool fanno più vittime della droga ed un Presidente americano che ricorda moltissimo l’attuale per scelte disastrose a dir poco. Mi è mancato moltissimo che non abbiano resuscitato Michael Caine che era nel primo episodio, speriamo di trovarlo nel prossimo, lui il capostipite del genere. Di certo ci sono momenti di cadute di stile diciamo delle vere e proprie americanate da quattro soldi, ma nell’insieme il film è godibile, penso che i Kingsman stiano mandando in soffitta il vecchio James Bond definitivamente. E non finisce qui come ricorda il finale…
Voto 8
Milena
In questo angolo di mondo
Racconta la storia di Suzu, siamo ad Hiroshima, negli anni 30 dove è una bambina e poi durante la Seconda Guerra Mondiale. La protagonista è una giovane giapponese, sognatrice e piena di vita, che va in sposa a un dipendente del Ministero della Giustizia nella città di Kure, nei drammatici giorni del conflitto che ha segnato in maniera profonda e indelebile la storia del Giappone. A Kure, Suzu incontrerà così una nuova amica, Rin Shiroki, una nuova famiglia, una nuova città e infine il suo nuovo mondo.
Mi ha ricordato un altro film di animazione “Una tomba per le lucciole” Capolavoro dello studio Ghibli, anch’esso ambientato alla fine della seconda guerra mondiale ed anche questo un bell’esempio della grande sensibilità giapponese attraverso le anime manga, rappresenta la triste storia trascorsa di questo paese. Questa bambina dai colori tenui e delicati, poi ragazza e moglie gentile che si adatta con gioia alle varie situazioni, prima nella sua famiglia e poi a quella del marito, spesse volte si estranea perdendosi nel disegnare sul suo taccuino i colori del suo meraviglioso mondo fatto di immagini dolcissime prese della natura. Uno spirito libero ma umile che conosce solo l’ottimismo, nonostante tutto ciò che le manca sia nel cibo che a livello umano, resta in lei la dolce sognatrice di sempre, riesce a fare diventare piacevole ogni giorno che vive anche sotto i tuoni delle bombe che la terrorizzano, esce senza paura anche solo per vedere gli aironi volare. Tutta questa situazione di onestà e pace stride tantissimo con la violenza inspiegabile della guerra in virtù della sua grande tenacia nella sopportazione ad avvenimenti tanto ingiustificati . C’è una scena in particolare che a stento ho trattenuto le lacrime, dove i suoi pensieri sono una poesia di quando…Non vi posso dire altro è in sala ancora oggi non perdetelo.
Voto 10
Milena
Un profilo per due
Pierre un anziano vedovo che sta sempre chiuso in casa dopo la morte della moglie, passa le giornate a guardare le immagini di un tempo. Sua figlia lo va a trovare spesso per portagli la spesa e ha la brillante idea di regalargli un notebook che non usa più e gli manda Alex il convivente di sua figlia per dargli i primi rudimenti di informatica. Pierre impara a navigare e così in rete conosce una giovane donna Flora, però poi arriva il momento dell’incontro…
Film francese ambientato un pò a Parigi ed un pò a Bruxelles, diretto da Stéphane Robelin con un istrionico Pierre Richard, Yaniss Lespert, Fanny Valette, Stèphanie Crayencour, Stèphane Bissot e apparirà ad un tratto Masha Meril ecc. Il film è una commedia divertente, giocata sull’equivoco e la farsa, alleggerito dal confronto giovani vecchi, in un incontro, scontro, confronto davvero esilarante e paradossale, c’è anche molta malinconia, che cosa non si fa per uscire dalla solitudine, ma soprattutto l’escamotage di questo anziano di far vedere quanta intraprendenza conserva nonostante gli anni e le pasticche che deve sorbirsi, alla fine ci si chiede se i bigotti conservatori molto conformisti non siano di più gli altri. Ottima la saggezza e la spregiudicatezza di Pierre nick name “Pierrot” che si gioca tutto sullo scambio e l’improvvisazione, un Cyrano dei nostri tempi non c’è il balcone ma la rete. Ottimi gli attori soprattutto Richard ha una verve e una nonchalance incredibili definisce benissimo questo personaggio davvero simpatico che ritorna a vivere.
Voto 7
Milena
Ritratto di famiglia con tempesta
Nel passato recente di Shinoda Ryota c’era una famiglia felice, una moglie ed un figlio, ora trascorre le giornate tra il lavoro di detective e lo scrittore ha il vizio delle scommesse…oltre ad un carattere spigoloso.
Un film made in Japan ogni tanto fa bene, questo era uscito a maggio, ma qui è arrivato solo ieri ed era in programmazione solo per un giorno, per cui chi non l’ha visto peccato. Diretto da Kore’eda, abile a ritrarre questo padre, Ryota un perdente che sembra uscito da un romanzo di Cecov, che ha deluso la famiglia e soprattutto sè stesso, non è onesto e non è nemmeno un gran scrittore, cerca di tornare sui suoi passi facendo visita alla madre, vede il figlio una volta al mese ed è sempre innamorato di sua moglie. Ci vorrà una tempesta per riunirli casualmente. Abe Hiroshi incarna bene questo personaggio di padre immaturo e di figlio irriconoscente. Un film contemplativo ed essenziale, perfette le inquadrature sulle piccole stanze della casa della madre, una donna davvero simpatica con battute filosofiche come: ” Quando hai la mia età, più amici hai più funerali andrai” Frequenta un circolo di appassionati di musica classica per poter stare un pò in compagnia di altra gente. Presentato a un certain regarde a Cannes. Dello stesso regista ricordo bene “Father and Son” invece non ho visto “Little sister”, ma è chiaro quanto si concentri ad esplorare le relazioni familiari, il film è tutta una ricerca psicologica, fatta di gesti e discorsi, che sembra dirci paradossalmente, “a volte per vedere il sereno bisogna attendere che arrivi una tempesta”.
Voto 8
Milena