Il regno d’inverno

Vorrei premettere che questo film ha vinto la Palma d’Oro a Cannes per cui ti aspetti una certa soddisfazione. Intanto mettetevi comodi e senza sbadigliare, il film dura 3 h e 15′,  invece io sarò  molto breve.Trattasi di film ambientato in Anatolia cioè Turchia, un posto sperduto nel niente, va sottolineato che il luogo è molto suggestivo e particolare poco conosciuto a livello turistico fuori dai soliti tours. Questo attore consumato possiede un albergo e sta cercando di scrivere un libro dal titolo “Miseria estetica e disarmonia anatolica”. E’ un uomo molto  orgoglioso e pieno di se, con una odiosa aria di superiorità, perché è ricco in un paese di miseria. La recitazione è composta per tutto il tempo di moltissimi monologhi e dialoghi abbastanza assurdi e teatrali stile Cecov, sul perchè e il per come  e che noia la vita…cito dal film: il mio regno è piccolo, ma almeno io sono il re – qui non deve venire chiunque,  ma solo chi apprezza il valore della natura – non opporre resistenza al male – l’essere attori significa essere onesti – cosa vuol dire annoiarsi? La noia è qualcosa che può annoverasi tra i lussi – non sono l’attore carismatico, ma un uomo semplice. E poi ad un certo punto il film si perde e cerca la contrarietà assoluta  e il litigio. Un film pesante,  impegnativo molto teatrale. Addirittura la neve che fioccava mi sembrava molto finta.

Voto 5

Milena

ps. mi accorgo ora che è il secondo film ambientato in Turchia che vedo a distanza di una settimana, un caso?!