The most beautiful day

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Andy è un pianista e Benny un ragazzo che vive di espedienti,si incrociano per un triste destino,  i due riescono a racimolare   molti  soldi in modo alquanto bizzarro  e decidono di fare   un viaggio sarà pieno di imprevisti, ma molto divertente.
Film tedesco diretto da  Florian David Fitz . Già dalle prime scene ha un ritmo veloce, da non credere, ti stupisce da un film made in Germany tanta scorrettezza e divertimento per questo film on the road e dai toni vivaci e  goliardici, molto curato. I due protagonisti sono simpatici e fuori dagli schemi, battute che non t’aspetti, uno scenario  psicologico sensibile che partendo  da motivazioni drammatiche ed ineluttabili, cercano una rivalsa sulla vita . Molto irrazionale ed immediato, che si focalizza  sull”eterna  domanda di  cosa conta di più nella vita quando stai per perderla. Un film tedesco che  non fa riferimento al solito clichè storico se non per un’attimo in una scena secondo me volutamente  veramente trash. Ma quanta sensibilità,  forse il cinema tedesco si è evoluto finalmente, infatti è un road movie che imita  molti film americani   e quanta umiltà ed umanità, la seconda parte è un po’ stucchevole e cerca la lacrima tra un colpo di scena a l’altro, ma non annoia per niente.
Cit: “Oggi è il primo giorno del resto della tua vita”
voto 7

Milena

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Elle

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Michèle è una donna bella elegante e   di successo,  é  capo di un azienda che produce videogiochi, sicura di sé niente le fa paura. La sua vita cambia inesorabilmente quando uno sconosciuto con passamontagna la aggredisce in casa sua e la violenta. Michèle come se niente fosse si rialza, ma cerca di capire chi possa essere, di certo è uno che conosce perchè  le manda dei messaggi. La sua infanzia è stata traumatizzata da un fatto drammatico compiuto da suo padre, ora in carcere e suo figlio convive con una ragazza dal  carattere difficile.  Una sequenza di situazioni imbarazzanti e guai.
Diretto da Paul Werhoeven (Basic instinct) con una straordinaria Isabelle Hupper vincitrice del Golden Globe,   oltre a tanti  altri premi e ottime critiche ovunque. Il film è tratto dal romanzo “Oh…” del francese Philippe Djian di origine armena. E ambientato nella ricca borghesia francese, questa donna imperturbabile che vive sola  con un gatto  i suoi giorni tra il lavoro e i vari incontri con amici più  o meno intimi, nasconde un trauma di quando era piccola, per colpa di un gesto efferato di suo padre, ormai rimosso e che racconta come fosse un film. Impassibile quando viene associata a questo passato terribile e  viene insultata non solo verbalmente, ma ció  la lascia indifferente consapevole che il passato non si può  cambiare, come recita  una scena “La vergogna non è un emozione abbastanza profonda da impedirti di fare ciò che dovresti”. Una donna consapevole di quanto gli uomini siano attratti da lei, non so se conti anche il ceto sociale, di certo sembra giocarci, si scopre anche una certa perversione, mi ha ricordato la stessa attrice nel film “La pianista” di Haneke un’altra donna dai tratti cararatteriali decisi e torbidi. Di certo la sicurezza così come la determinazione e l’anticonformismo di questa protagonista colpisce, come  nessuna ferita la possa scalfire. C’è una scena che mi ha fatto saltare dalla sedia, non solo per  la drammaticità ma  perchè ho avuto un deja  vu, in quanto è identica a quella che ho visto nel film postato ieri, sarà una coincidenza. Un film avvincente, curioso dove escono fuori molti difetti umani ed  un Isabelle Hupper senza mezze misure, una storia di sesso, violenza e solitudine.
Voto 9
Milena
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La cura dal benessere

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Lockart, giovane ambizioso Broker è inviato in una  sperduta località  sulle Alpi Svizzere per riportare a New York Pembroke  l’mministratore delegato della sua azienda. Il quale dopo un soggiorno in una spa sembra sparito.  Purtroppo per Lockart la faccenda si fa difficile e durante il soggiorno scoprirà dei segreti su quel luogo  all’apparenza paradisiaco ma altrettanto cupo…
Dal regista  Gore Verbinski quello di The ring e la serie dei Pirati dei Caraibi tra i protagoinisti gli attori Dane Dehaan e Mia Goth. Inizio del film in tono spento e triste , ambientato nel mondo degli affari, cambio di paesaggio  si entra nel vero film, questo centro benessere tra i monti  rimasto fermo fermo nel tempo ai primi del ‘900 come arredamento, senza elettronica e con strumenti d’epoca. Tra il film psicologico e i rimandi a film horror di vario genere,  infatti difficile identificarne uno sono diversi c’e’ un approccio alla psicanalisi come cura del corpo,  così come curare il corpo per curare la mente, di base, perché questo è un thriller dall’aspetto gotico, che per quasi  due ore  e mezzo ti trascina in un incubo claustrofobico, ch  non ti imprigiona in un clichè  ma è un misto di vari noir con scene  di horror cruente quanto basta. Curare o far ammalare o è  il medico quello malato e sadico? C’è tutta una storia di affetti e segreti, Hannah l’unica paziente giovane fa pensare ai romanzi di Mary Shelley, al castello incantato, anche alla montagna di Mann. Certo un clima in cui il tempo si è fermato come il sogno dell’uomo di fermare il tempo per restare giovane sempre,   questa ossessione del corpo al meglio, siamo bombardati da consigli su prodotti di ogni genere e trattamenti vari. Questo film fa apprezzare cio’ che è normale perché il protagonista diventa quasi pazzo dopo la cura uguale a tutti gli altri. Il regista alla domanda di cosa vuole che arrivi al pubblico dice: ” Vorrei che gli spettatori uscissero dalla sala disturbati che si sentissero a disagio…” Devo dire che c’è riuscito quando esci hai un  senso di oppressione che per un pò  non ti abbandona. Di certo Verbinski non ama molto le spa e il mondo della finanza. Per chi ha voglia di vedere un film che ti incolla alla poltrona in uno stato di attenzione e paura  fino alla fine.
Voto 8
Milena
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150 milligrammi

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La pneumologa Irène Frachon lavora  nell’ospedale di Brest, un giorno scopre un legame tra le morti e l’assunzione del farmaco Mediator in commercio da trent’anni, così inizia una lotta mediatica per far  bloccare la vendita del farmaco.
Diretto da Emmanuelle Bercot, con protagonista Sisde babett Knusen (Dopo il matrimonio, La corte) è un film denuncia, il dramma  che emerge dalla scoperta della dottoressa Irene sulle molte morti sospette che coincidono con la prescrizione di un farmaco contro il diabete, invece  causava un blocco cardiaco. La lotta della dottoressa  contro la casa farmaceutica  il cui il proprietario all’epoca parliamo del 2009-2010 era  intimo amico di Sarkozy, la mette prima in ridicolo e poi deve affrontare tantissime ostilità e frustrazioni, per fortuna ha uno staff che lavora per lei e poi una giornalista che le da fiducia, oltre ad un libro uscito ed anche questo osteggiato, ma alla fine saprà far sentire la sua voce a livello nazionale. Penso a quanti farmaci, sono in commercio e non sappiamo quali danni possono provocare sul nostro organismo, perchè certamente questo non è ne il primo ne l’ultimo. Penso anche sia importante curarsi con l’alimentazione e l’attività fisica per cercare di evitare un giorno di assumere  qualsiasi  tipo di farmaco.Però non scordiamoci  i molti benefici, se non ci fossero tanti salvavita già da decenni grazie a loro molte persone stanno bene. Giustissimi i film verità,  ma io l’ho trovato  abbbastanza prolisso e noioso, non mi ha entusiasmato.
Voto 6
Milena
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Manchester by the sea

Manchester by the sea

Lee Chandler è  un tuttofare  che vive in un seminterrato a Boston, trascorre una vita solitaria, l’unico sfogo è fare a pugni nel pub. Un giorno è costretto a tornare nella cittadina di mare  dove è vissuto, perché suo fratello pesacatore è morto e lo ha nominato tutore di suo figlio Patrick.
Diretto dal regista Kenneth Lonergan (Gangs of New York) il protagonista è Casey Affleck, con Michelle Williams,  Kyle Chandler, Lucas Hedges, candidato ad 8 statuette. Un film sul ritorno, Lee ripercorre il suo tragico  passato quello che si è lasciato alle spalle per poter sopravvivere e non abbandonarsi al dolore, il suo cuore si è  fatto freddo, vive giorni tutti uguali, ma ora riaffiorano inesorabili tutti i ricordi e riappaiono senza pietà, noi li conosciamo   attraverso i molti flash back. Sulla costa rincontra la moglie ancora innamorata di lui ed ora con molta insicurezza deve pensare anche  al nipote, un ragazzo dalla vita sentimentale molto  incasinata, combattuto  interiormente, Il regista usa i dialoghi all’essenziale, la musica la fa da padrona nelle scene più  emozionanti non c’è recitazione ma viene affrontato tutto emotivamente con la musica, pezzi famosissimi da Albinoni a Hendel, da Dylan a Ray Charles al posto del parlato, devo dire ottimi brani che enfatizzano la situazione  e con la cinepresa ad indugiare  spesso sulla costa con panoramiche molto suggestive. Casey Affleck ha  la faccia giusta a rendere il carattere refrattario di Lee, è commovente   e realistico nella sua interpretazione, idem per la Williams e Lucas Hedges tutti candidati ad un Oscar. Un film sul tempo, come una stagione fredda della vita che non passa più,  dove tutto è immobile   come  sospeso, mentre tutto cambia velocemente con nuove verità  e affetti che  si fanno avanti. Mi piace questo scorcio  d’America delicata che ha voluto Lonergan, Lee mi ha ricordato nell’aspetto così freddo e distaccato  Brando in Fronte del porto, chissà se il regista abbia attinto a lui, di certo ha   strutturato un’ottima  sceneggiatura con pacatezza e misura, prendendosi il tempo per far conoscere i personaggi e riflettere in profondità sulle vite  tranquille esemplici che affrontano la solitudine quotidiana in modo umano coinvolge lo spettatore fin dalle prime scene e dove scopri che in ogni famiglia emergono segreti e difficoltá esistenziali, che si intrecciano,un dramma intimistico sull’evolversi delle ferite accadute nel passato, ma come la scena finale ci indica tutto può ricominciare.
Voto 9
Milena

 

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Dopo l’amore

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Dopo 15 anni di matrimonio, Marie (Berenice Bejo) e Boris (Cedric Khan) decidono di divorziare. Ma Boris non può permettersi un’altra casa, così sono costretti a vivere ancora insieme, e tutto diventa complicato ed è causa di forti tensioni tra di loro.
Dal regista  Joachim Lafosse  un film il cui titolo in italiano è più bello di quello originale e cioè “L’économie du couple”. Che accade quando l’amore finisce, una famiglia si spezza, le persone restano  schiacciate dai ritmi del quotidiano, dalla mancanza di attrazione dal rancore,  anche i figli subiscono questa situazione, in cui ogni inezia diventa un pretesto per rinfacciarsi tutto, dall’educazione dei figli, alla divisione  dei beni, al cibo nel frigorifero,  tutto diventa molto squallido. Qui una famiglia  si scontra con questa realtà  che appesantisce l’esistenza,   in opposto a cio’ esiste la leggerenza della vita semplice e spensierata delle due gemelline, ora divise tra i rimproveri della madre sempre tesissima  e i giochi del padre anche se abbastanza disperato, ben consapevoli nonostante tutto che le loro giornate non sono piu come prima. Con intelligenza e coraggio il regista analizza l’esasperazione del possesso, i condizionamenti uomo-donna, le ragioni del dolore e dell’abbandono, mettendo a fuoco  le differenze sociali  e la drammaticità  in modo molto lineare,   in contrapposizione c’è la dolcezza dei giochi con le bambine la naturalezza di certi stati d’animo di totale serenità,  naturali  i cambi di scena con la cinepresa che segue i protagonisti nelle stanze con  una luce bellissima. Nonostante l’argomento opprimente Lafosse riesce a coglierne  gli aspetti più  significativi e a rappresentarli  con tantissima empatia e semplicità.
Voto 8
Milena

 

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Un re allo sbando

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Il regista inglese Duncan Lloyd è  incaricato di fare un documentario seguendo il re Nicolas III  in visita in Turchia assieme al suo staff, ma durante il soggiorno la Vallonia dichiara l’indipendenza ed il re vuole tornare in Belgio, una tempesta solare blocca le partenze e così  cercherà  di tornare con mezzi di fortuna.
Film Belga on the road turco balcanico, titolo originale King  of the Belgians, diretto da due documentaristi  Brosens e Woodworth, capaci di fare un cinema davvero eccentrico e curioso dalle inquadrature molto strane di fatti è un film che racconta un documentario di questo re un bravissimo Peter Van Den Begin il vero protagonista è  lui  impacciato timido dinoccolato tristissimo come fuori posto, portato per l’imprevisto. Simpatica l’idea di mettere un re e compagnia  per fare un documentario, approssimativo on the road con improbabili incontri, che umanizza e rende normale ció  che di solito vive in un’altra realtà, tantissimi spunti si possono cogliere in questo film, un re che esce di strada per non investire una tartaruga è delizioso, un re su una barca senza una direzione di approdo fa pensare inevitabilmente ad un paradosso con migranti. Di certo un film atipico  dallo spirito anarchico,  irriverente anticonformista riesce a raccontare la storia attraverso l’occhio di una video camera improvvisata,anche la musica è soprendente come il bolero di Ravel, del resto per un re ci vuole una   musica maestosa. Un film dove il protagonista scopre se stesso ed un mondo  da lui lontanissimo che commuove e diverte.
Voto 8
Milena

 

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La La Land

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Il  pianista jazz Sebastian e l’aspirante attrice Mia si sono trasferiti da poco a Los Angeles lei lavora in un fast food all’interno degli studios della Warner e partecipa a tantissimi provini lui suona in locale, ma sogna un luogo tutto suo, una sera si incrociano e nasce subito qualcosa ma presto si trovano a dover affrontare molte difficoltà.

Il regista è Damien Chazelle (Wiplash), lui è Ryan Gosling lei Emma Stone  e con la partecipazione di John Legend. Un film sulla nostalgia del cinema dei musical. La prima sequenza ti fa pensare a West Side Story o a Grease, poi c’è  la collina di Hollywood con i celebre panorama e  con tanto di ballo romanticissimo con un accenno di tip tap alla Ginger e Fred.  Scene  a cui  non siamo più  abituati con gli occhi negli occhi e si attendeva col batticuore il solo ed unico bacio di tutto il film, purezza di altri tempi è questa l’atmosfera, Ti chiedi perchè erano  migliori ed indimenticabili quei film, oppure è quell’epoca vintage e tranquilla che non esiste più  a farci sognare. Appunto un film ambientato ai giorni nostri con la crisi, ma non c’è  la tecnologia, ma la voglia di conquistare il pubblico con la  bravura e la dolcezza,  i due protagonisti sono un pò  deliziosamente goffi certo per girare un musical bisogna essere delle star e loro si vede ce la mettono tutta e  ci piacciono così teneri, perché da quando non si vedeva un vero musical al cinema e questo lo è.  Ed è sopprattutto un grande   omaggio al cinema, alle storie d’amore e al jazz, la musica è azzeccatissima scritta e orchestrata da Justin Hurwitz, ti trasporta con le immagini e le canzoni per tutto il film,  perfetto anche   nelle inquadrature con zoommate sorprendenti, non per niente  la scritta all’inizio ” In cinemascope”.  Straordinario  il muro con i graffiti dei vecchi attori, ma tantissimi altri rimandi al grande cinema, addirittura il cognome Wilder del protagonista. Sicuramente uno dei più bei musical che ho visto. Una sceneggiatura  di oggi che sembra un sogno nel sogno.  Ha fatto incetta di candidature 14.  Ed è incantevole.

Voto 10

Milena

 

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Paterson

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Paterson è  un autista di pullman che conduce una vita normale, fatta di poche cose il lavoro, la moglie il cane e le persone che incontra unica passione la poesia.
Diretto da Jim Jarmush, il protagonista interpretato da Adam Driver impersona benissimo questo giovane uomo dei giorni nostri giorni che non possiede nemmeno un cellulare, si alza ogni mattina e compie gli stessi gesti, un pacchetto di fiammiferi gli ispira dei versi che scrive su un taccuino stropicciato tra una corsa e l’altra. Un film pieno di doppi Paterson  è il titolo di un poema di William Carlos Williams il poeta preferito dal protagonista, ma Paterson è anche il nome della città  del New Jersey, tante coincidenze come i tanti gemelli che appaiono e il bianco e nero preferiti dalla moglie persino i cup cake sono così, poi un accenno a Gianni e Pinotto uno  di loro era di Paterson e poi c’è  un simpatico cane. Adam Driver anche qui sembra una coincidenza (driver autista). Tra meraviglia e poesia scrive versi che poi legge alla moglie Laura Golshifteh Farhabi (Come pietra sapiente) entusiasta e rapita dai suoi versi, si cullano in questa armonia fatta di semplicità e prevedibilità, ma a chi guarda sembra la perfezione. Jarmush riesce a proiettare nello spettatore questa monotonia essenziale unica  attraverso le immagini e i dialoghi semplici, un insieme di poesia ed esistenza dolce ed idilliaca, non servono effetti speciali o troppe parole sembra dirci, nella vita si può  essere travolti da tutto ciò che abbiamo e vediamo, basta farci caso esistere e comunicare, il film è pura magia creatività e curiosità del senso e non senso vero alter ego del regista,  in un epoca molto on line, questo film fa molto riflettere ed è una meraviglia super consigliato.
Voto 10
Milena
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Arrival

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12 astronavi dalla forma ovale sono sono apparsi diversi luoghi della terra,una di queste in Montana negli Stati Uniti.  I servizi segreti militari ingaggiando la professoressa Louise Banks (Amy Adams) e Jeremy Renner (Ian Donnelly) super esperti di linguaggi per cercare di comunicare con questi Alieni.
Diretto d Denis Villeneuve (La donna che canta) dirige questo film di fantascienza un po’   incontri ravvicinati di Spielberg e un pò indipendent day anche qui si parla di Alieni, stavolta  come enormi molluschi, non sono violenti comunicano per iscritto in modo circolare, brava la professoressa che porta con sé un grande dolore che non ha mai elaborato a capirci,  ma  nessuno ci capiva niente, ma si sa è un film, che per quanto mi riguarda al contrario di un altro di genere che ho visto ultimamente Passengersben fatto, questo mi ha deluso  in toto, colori cupi, intreccio tra sogno della protagonista e  tra passato e futuro in modo molto irrazionale e troppo confuso, non si può  come ho sentito paragonarlo ad Interstellar per nulla,  on cè storia,  non si riesce a capire dove vada a parare non c’è una risposta chiara, insomma secondo me  non c’è comunione tra il regista e lo spettatore purtroppo la musica ipnotica non aiuta, ne l’ inquietante atmosfera spettrale è tutto molto scarno e non è bello da dire ma al limite del sonno. Mi spiace perché  di Villeneuve uscirà in ottobre BLADE RUNNER 2049 speriamo non sia una delusione.
Voto 6
Milena
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