Il labirinto del silenzio

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Francoforte 1958, Johann Radmann è un giovane procuratore deciso e sicuro di sè, che fa della verità il suo unico scopo. Un giorno fa conoscenza con delle persone che gli parleranno di un passato di orrore,  ignorato dalla Germania. Così decide di documentarsi, ma trova un muro di omertà  e silenzio.
Diretto da un regista italo-tedesco Giulio Ricciarelli, l’attore protagonista è un affascinantissimo Alexander Fehling. Il film con nomi inventati rende omaggio ai fatti realmente avvenuti al procuratore Fritz Bauer, grazie al quale venne fatto un nuovo processo portando in tribunale molti nazisti nel 1961, quindi molti anni dopo Norimberga. Senza questo lavoro di dossier,  sarebbero rimasti avvolti dall’anonimato. Mi fa molto pensare questa Germania fatta di omertà,  c’è una scena in cui un militare americano dice “Voi  siete così…adesso siete comunisti, prima eravate nazisti, se venissero i marziani sareste verdi”,  E ancora in un altra scena ” Cosa penserebbero i ragazzi tedeschi se sapessero cosa hanno fatto i loro padri”. Ecco come la Germania dimostra di dare una apparenza di onestà “Falsa”, per salvaguardare la facciata. Ma in questo film il silenzio è rotto dall’ urlo di tanti testimoni sopravvissuti ad Aushwitz, che il regista volutamente decide di non far ascoltare al pubblico, ma testimonia la volontà di far emergere tutta la verità di questo terribile passato, che la Germania vigliaccamente nasconde al mondo. Tutta la ricerca e lo sforzo di portare a galla la storia, e i nomi dei carnefici, qui  si intreccia con una opposta realtá, un idilliaco innamoramento del protagonista per  Marlene una ragazza dal carattere deciso e dolce. Con una fotografia splendente e limata ricorda in tutto i film degli anni ’50, piacevolissimo nelle pochissime musiche, interessantissimo per le ricercate  architetture interne e gli arredi in perfetto stile Bauhaus, un film da vedere assolutamente.
Voto 8
Milena
Il labirinto del silenzioultima modifica: 2016-02-07T08:54:55+01:00da milfer
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