Hong Kong Tale

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MER 20 LUGLIO
Estate doc a cura dell’Ass.ne Concorto e DER
HONG KONG TALE
di Filippo Lilloni, Italia 2003, 52 min

Alla presenza del regista
Parco Raggio ore 21,30
 

Nella stessa viuzza del quartiere collinare di Wang Chai vivono, senza conoscersi, Miyuki Lam, giapponese, e Istiaq Khan, pakistano. Lei ha 21 anni e lavora come segretaria in una ditta d’informatica e di notte fa la DJ, lui 26enne impiegato d’una aerolinea indiana, di notte si allena con una squadra di orientali honkonghesi di hockey su prato. Il primo sguardo sull’immensità della metropoli di Hong Kong è da una finestra ad oblò che per forma sembra duplicare l’occhio umano e l’occhio della macchina da presa. Il suono ripetuto di un telefono e poi la voce di Miyuki.

Dal primo momento il regista sceglie di esplicitare i due piani del documentario che si sviluppano nel film: da un lato la città, colta nel suo fervore di luci, colori, suoni e movimenti, dall’altra parte il racconto degli individui che emergono con un nome e una storia dalla desolante anonimità della metropoli. La distanza tra il mondo individuale e il mondo sociale è sottolineata innanzitutto dalle scelte formali: i primissimi piani sui due protagonisti si oppongono agli sguardi più distanti, ai colpi d’occhio che raccontano la vita delle strade. In particolare nella sequenza in cui una ripresa aerea della città è seguita da inquadrature più ravvicinate sui personaggi, si coglie molto bene l’intenzione di calarsi dal generale al particolare delle piccole storie, delle esistenze personali. Due esistenze, tra le milioni presenti nella metropoli, vengono scovate e messe a confronto, prima a distanza e poi in maniera diretta.

Miyuki e Istiaq rappresentano due modalità diverse di vivere in un ambiente così disorientante: l’annichilimento e la depressione di lei, la difficoltà di coerenza spirituale di lui messa alla prova da un luogo così moderno e tentatore. In questa “giungla di cemento”, in questo luogo in cui le case sembrano alveari, il regista Filippo Lilloni mette in atto un pedinamento molto ravvicinato del personaggio di Miyuki; in alcuni momenti del film arriva a violarne l’intimità trasmettendo, senza mediazioni, la sua sofferenza e il suo disorientamento.

Molto suggestive le musiche curate da Vincenzo Mingiansi. “Dopo la lunga e gloriosa colonizzazione inglese, Hong Kong è tornata ad essere un territorio cinese ma di fatto ha mantenuto le barriere e più che una città sembra un grande mercato che commercializza merci prodotte nella grande fabbrica. La Cina è a 20 minuti di metrò, ma occorrono cento dollari e quattro giorni per il visto, per di più attraversando il confine il logo con l’aquila di Giorgio Armani, perde una stanghetta. Invece di averne tre rimane con due ma i prezzi si dimezzano esponenzialmente. La fila di persone invece è uguale. Moltitudini di giovani affollano i negozi “taroccati” e spendono, come insegnatoli dal grande fratello americano, tutto lo stipendio. Almeno oggi ne hanno uno da dilapidare. Purtroppo l’età d’oro di Hong Kong è finita. Gli europei si ritirano e lasciano il posto a pakistani, indiani, filippini, cinesi di Taiwan ed ai russi.” Filippo Lilloni

Hong Kong Taleultima modifica: 2011-07-20T16:27:00+02:00da milfer
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