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Ritratto di famiglia con tempesta
Nel passato recente di Shinoda Ryota c’era una famiglia felice, una moglie ed un figlio, ora trascorre le giornate tra il lavoro di detective e lo scrittore ha il vizio delle scommesse…oltre ad un carattere spigoloso.
Un film made in Japan ogni tanto fa bene, questo era uscito a maggio, ma qui è arrivato solo ieri ed era in programmazione solo per un giorno, per cui chi non l’ha visto peccato. Diretto da Kore’eda, abile a ritrarre questo padre, Ryota un perdente che sembra uscito da un romanzo di Cecov, che ha deluso la famiglia e soprattutto sè stesso, non è onesto e non è nemmeno un gran scrittore, cerca di tornare sui suoi passi facendo visita alla madre, vede il figlio una volta al mese ed è sempre innamorato di sua moglie. Ci vorrà una tempesta per riunirli casualmente. Abe Hiroshi incarna bene questo personaggio di padre immaturo e di figlio irriconoscente. Un film contemplativo ed essenziale, perfette le inquadrature sulle piccole stanze della casa della madre, una donna davvero simpatica con battute filosofiche come: ” Quando hai la mia età, più amici hai più funerali andrai” Frequenta un circolo di appassionati di musica classica per poter stare un pò in compagnia di altra gente. Presentato a un certain regarde a Cannes. Dello stesso regista ricordo bene “Father and Son” invece non ho visto “Little sister”, ma è chiaro quanto si concentri ad esplorare le relazioni familiari, il film è tutta una ricerca psicologica, fatta di gesti e discorsi, che sembra dirci paradossalmente, “a volte per vedere il sereno bisogna attendere che arrivi una tempesta”.
Voto 8
Milena
Il colore nascosto delle cose
Racconta la storia d’amore tra Emma una osteopata non vedente e Teo, un pubblicitario che salta da un letto all’altro. Si incontrano casualmente ad una cena al buio, lui la riconosce dalla voce qualche giorno dopo, come del resto e per forza di cose anche lei. Trascorreranno dei bei momenti sereni e divertenti nella quotidianità scoprendo di stare bene insieme.
Diretto da Silvio Soldini, con Valeria Golino e Adriano Giannini. Il regista dice: “l’idea mi è venuta dopo aver conosciuto persone non vedenti e constatato una diversa realtà che mi ero fatto. Mi sono chiesto perchè la cecità dev’essere trattata in modo prevalentemente drammatico” Per Valeria Golino invece è stata una sfida, racconta di aver passato giorni girando bendata e con amici non vedenti per capire come si vive, come si fa a rispondere al cellulare o a fare la spesa. Il film devo dire come idea è interessante, insegna che se vogliamo con l’immaginazione si vede la realtà e ci sono i colori anche non vedendo ed ogni persona ha il suo ed i non vedenti sentono cose che per altri passano inosservate. Il film è a schermo intero quando Teo ed Emma sono insieme ed invece ridotto 4:3 quando è lontano da lei come per ricalcare il suo stato d’amino grigio. Purtroppo il film sul finale vira verso il patetico ed il prevedibile ed è uno dei grossi difetti dei film italiani. Fuori concorso a Venezia.
Voto 7
Milena
La principessa e l’aquila
Racconta le giornate della tredicenne Aisholpan, in Mongolia tra paesaggi immensi il suo sogno è addestrare le aquile, riuscirà in questo scopo per poter partecipare al Festival dell’aquila reale….
Primo film per me di inizio stagione, quando tutti sono concentrati su Venezia e mi aspetto di vedere grandi film. Ed è anche il primo film che vedo che viene dalla Mongolia, diretto dal britannico Otto Bell è un film su un mondo totalmente differente da ció a cui siamo abituati, immense praterie fredde, dove vive la famiglia della protagonista, sono nomadi in estate anche se fredda abitano nelle tende e vivono di pastorizia, in inverno in case normali si fa per dire 4 muri diroccati. Le giornate di Aisholpan, trascorrono tra la cura della casa, la scuola per cinque giorni la settimana e poi per aiutare il padre nell’allevamento, tanto tempo vediamo la vediamo felice, quando cattura la sua aquila e poi la addestra, un’attività da sempre solo maschile. Cose normali per lei, ma lo spettatore non può che rimanere sorpreso da tanta naturalezza. Il film oltre ad uno stile semplice e delicato mantiene un tratto psicologico sincero e spontaneo narrato dalla protagonista con la bella voce di Lodovica Comello, oltre ad una fotografia luminosa con grandangolo dove l’occhio spazia in meravigliose, assolute e trasparenti panoramiche sui monti Altai e le zoommate sul volo delle aquile, una musica delicatissima per pianoforte e violino, rendono questo film davvero piacevole senza effetti speciali se non la natura e la sua sopravvivenza. Mentre uscivo pensavo a quanta fatica, ma anche tantissima serenità in certe zone della terra, questa gente non ha tecnologia e non inquina e sono cosí positivi con pochissimo.
Voto 8
Milena
Prima di domani
Samantha si sveglia ed è il giorno di Cupido, crede di vivere un giorno speciale nel suo liceo con le amiche e soprattutto con Rob il suo boy friend hanno in programma una serata importante. Una giornata molto speciale, invece si trasforma in uno scherzo allucinante, finchè non capirà di viverla consapevolmente, nel migliore dei modi come se fosse l’ultima.
Diretto da Ry Russo-Young, con Zoey Deutch e Halston Sage. Come non pensare ad un altro film “Ricomincio da capo” in cui il protagonista Bill Murray rimaneva intrappolato nello stesso giorno “il giorno della Marmotta” qui invece è San valentino.Ti svegli una mattina piena di energia, ottimista al massimo per la serata che ti aspetta e poi va tutto nel caos, ma non finisce così è peggio ti svegli ed è ancora lo stesso giorno, gli altri che si comportano nello stesso identico modo, succedono le stesse cose, un delirio di deja vu che finisce dopo un giorno e poi ricomincia. Un film uno sguardo sull’adolescenza, ma la voce narrante è impregnata di saggezza filosofica sul significato del “presente”. Un percorso che porta la protagonista a riprogrammarsi ed a modificare se stessa ogni giorno, sia nell’aspetto che negli atteggiamenti con gli altri, per vedere alla fine quale sarà il risultato. Nel film sono rappresentate tutte le problematiche dei teen ager dai conflitti interiori e non fino al bullismo. Ci vuole tutto il film a Samantha per capire quale strada percorrere per evitare questa allucinazione di rivivere all’infinito le ultime 24 ora, ma soprattutto guardare gli altri con occhi diversi, scoprendo di avere un ragazzo insignificante ed invece aveva trascurato le persone migliori. In questo discernimento in cui si vive una sospensione temporale e sai già cosa ti aspetta puoi decidere come viverla, tu puoi cambiare, mentre gli altri sono sempre gli stessi. Sarebbe bello col senno di poi decidere, quante volte ci siamo detti dovevo fare in un modo anziché in un altro, ma il momento è andato, ecco questo è il film, ti puoi correggere sei preparata, ma certo se la vita fosse tutta un rivisto oddio! Come dice ad un certo punto la protagonista “Forse ero morta ed ero all’inferno, forse ero viva ed ero all’inferno, niente aveva più importanza”. Che cosa conta quindi, il film lo fa emergere nel finale senza mezze misure.
Voto 8
Milena
Codice Criminale
I Cutler sono nomadi di origine Irlandese, vivono di furti e rapine nella ricca campagna inglese del Glouchestershire. Ben conosciuti alle forze dell’ordine. Il vecchio Colby è l’uomo che detta legge, un padre-padrone, usando come dottrina la religione e cercando di avere sempre la meglio sul figlio Chad che invece è più moderno e vorrebbe andarsene.
Diretto da Adam Smith al suo primo lungometraggio, con protagonisti Michael Fassbender e Brendan Gleeson. Due mostri sacri, si sono calati nei panni di questi squattrinati zingari in modo sottile e psicologico dove ben si innesca ed emerge questo duello padre figlio, l’orgoglio di entrambi nel far capire all’altro le proprie ragioni, anche a costo di pestarsi i piedi l’un l’altro. L’inizio del film è una caccia al coniglio che mi ha fatto pensare ad un altro film cult “Il Cacciatore” dove si cacciava il cervo. Ma quanto è bravo fassbender? Tra l’altro per metà irlandese. Lo abbiamo visto nei panni di uomini i più assurdi possibili in Hunger dove moriva di fame, in Shame vittima del sesso e poi nelle vesti di Steve Jobs ed ogni volta è intensissimo. Qui c’è il perenne conflitto padre-figlio, dalle inquadrature a volte troppo movimentate tanto da far irritare, ne esce però un film altamente realistico, su un etnia ai margini, spesso ignorata dal mondo, ma a quanto pare i problemi genitori-figli sono gli stessi. Unica pecca il finale troppo poetico.
Voto 7
Milena
Quando un padre
Chicago, Dane Jensen è un cacciatore di teste un selezionatore di personale. Ha una moglie e 3 figli che vede di sfuggita, tutto concentrato sul suo lavoro, conta soltanto il profitto mensile. Tutto cambia quando il figlio maggiore si ammala…
Regia di Mark Williams attori Gerard Butler, Villem Defoe, Alfred Molina, Gretchen Mol. Era da un pò che non vedevo un film made in Usa, questo film tipicamente americano come clichè e sceneggiatura assomiglia ahime a tanti altri. C’è l’uomo tutto d’un pezzo, una volpe nel suo lavoro, pieno di se stesso che ha solo convinzioni e cioè la vita è solo il successo ed il denaro, poi un imprevisto e si scopre umano finalmente. Ciò che è interessante nel film sono i dialoghi alcuni più di altri tra Dane e la moglie e Dane e il figlio Ryan, allora si scopre che anche lui ha un cuore e tutto diventa caramelloso, il classico modello di uomo con i paraocchi esistono solo loro finchè non prendono coscienza che ci sono anche gli altri con i loro problemi ecc ecc. Si rende conto che sta per perdere un figlio e quindi rivaluta tutto con altri occhi. Fantastica la passione del figlio per l’architettura, visitatori di gioielli di cemento nello splendore dello skyline di Chicago non si può che goderne. Bravissimi gli attori, però come film resta abbastanza banale.
Voto 6
Milena
In viaggio con Jacqueline
Fatah è un contadino che vive in un villaggio rurale dell’Algeria con la moglie e due figlie. ha solo una passione è l’unica mucca che possiede, a cui parla come se fosse una persona. Da anni chiede di poter partecipare al Salone dell’agricoltura di Parigi, ora arriva finalmente la lettera di invito, così messi insieme i soldi con l’aiuto dei paesani, decide di partire, arrivato a Marsiglia lo attende un lungo viaggio fino a Parigi
Il film ricorda ed è citato dal regista Hamidi, c’è una scena nel film del famoso lungometraggio in bianco e nero “La mucca e il prigioniero” con Fernandel. Con un ottima fotografia, un viaggio quello di Fatah che intenerisce, tutti lo aiutano e gli fanno festa anche se non mancano imprevisti. Come non amare un personaggio che è per la difesa degli animali, che non possiede un cellulare e telefona con una prepagata nella cabina, non sa che esiste internet, che non ha vizi ed è sorridente con tutti, la sua sincerità è disarmante. Incredibile quando ad una festa in cui è capitato per caso, lo fanno cantare e lui si cimenta con “I will Survivor”. Ci fa si scoprire una Francia diversa da quella che tutti vediamo ogni giorno dei politici che si fanno la guerra, un Forrest Gump originale e umile che atttraversa una società che appare forse troppo buonista, ma di certo c’è e di solito non ne parlano i giornali. Il sogno di Fatah diventa il traguardo di tutti, c’è un intrecciarsi tra le due culture il mondo musulmano e l’occidente in un gioco di spontaneità che fa sorridere e commuovere.
Voto 7
Milena
Tavolo n.19
Eloise doveva essere la damigella d’onore alle nozze della sua migliore amica, ma dopo che il fratello di questa l’ha lasciata, si ritrova seduta ad un tavolo lontano da quello degli sposi con accanto altri 5 ospiti, ognuno dei quali ha avuto dei rapporti contrastanti con la famiglia degli sposi.
Film ambientato in Finlandia, diretto da Jeffrey Blitz, con Anna Kendrick, Craig Robinson, June Squibb, Lisa Kudrow, Stephen Marchant, Tony Revolori. Una wedding comedy dove il matrimonio passa in secondo piano, ma ciò che risalta è l’atteggiamento dei 6 sfigati, i quali mal comune mezzo gaudio come si dice, diventano amici e coesi e decisi a prendersi una rivincincita. A tratti abbastanza malinconico non manca l’happyending. Direi un film sull’amicizia un po’ai limiti del reale in effetti è un film, nella realtà le cose vanno molto diversamente purtroppo. Originale l’idea di analizzare personaggi così opposti che diventano amici. Splendida come cornice la natura finlandese.
Voto 7
Milena