Il piccolo Jack ha 5 anni e non conosce niente del mondo, è nato e cresciuto in una piccola stanza con sua mamma Joy, rapita da Old Nick sette anni prima. Le loro giornate trascorrono con una routine, a cui Jack si è ormai abituato, ma quando comincia a fare delle domande sul fuori, la mamma decide di mentire per trovare un modo per sfuggire a questa clausura.
Regia di Lenny Abrahamson, Brie Larsson che interpreta Joy vincitrice dell’Oscar come miglior attrice protagonista e Jacob Trembley Jack. Tratto dal libro di Emma Donoghue “Stanza, letto , armadio, specchio”. Due prigionieri, in uno spazio angusto , madre e figlio sono una per l’altro tutto ció che esiste, il fuori non gli appartiene. Un dramma toccante, vittime di un essere psicopatico, che ha deciso una prigionia assurda, direi come un uomo pazzo può pensare di possedere una donna tenendola chiusa e abusandone quando vuole. Il film con metodo poetico ed equilibrato non è mai violento, si percepisce dagli occhi di Jack chiuso nell’armadio nascosto protetto quando arriva Old Nick, come una legge assurda. L’insegnamento materno con bellissime parole teneri abbracci e tanta dolcezza si inventa giochi e spazi oltre il lucernario, per non impazzire, per rendere i giorni un gioco naturale e simbiotico tra madre e figlio. Il film cerca una certa tensione nella prima parte, nella seconda si perde in dettagli abbastanza peculiari e qui che Joy ha un crollo emotivo, e Jack scopre il mondo, “il cosmo” come lo chiama. Un film sull’imprinting, un bambino con al fianco qualcuno che lo ascolta è tutto ciò di cui ha bisogno per crescere al di là di qualsiasi gioco. “È stato un pò come fare un immersione subacquea” dice la protagonista Larsson “Quando ti immergi nell’oceano non puoi semplicemente indossare una muta e tuffarti, devi prepararti a lungo, perchè più in profondità deciderai di andare, meno tempo potrai restare in acqua e dovrai risalire più lentamente a causa della pressione. Il mio lavoro è stato simile ho spiegato al regista che potevo andare a fondo nelle emozioni ma solo per un tempo limitato, dopo avrebbero dovuto lasciarmi libera di prendere fiato. E’ stato tosto la sera per distrarmi andavo al karaoke. Con Jacob, abbiamo passato tre settimane a conoscerci, abbiamo mangiato la pizza e giocato col Lego, siamo diventati molto amici, l’ultimo giorno è stato difficile salutarci. Jacob non ne voleva sapere e continua a ripetermi ” continueremo a vederci ogni giorno” Sono salita in auto dove ho pianto fino all’aeroporto. Ma aveva ragione lui ultimamente ci vediamo in continuazione per via dei premi”. Un film che prende ispirazione si da un libro ma anche da alcuni fatti di cronaca realmente accaduti. Voglio concludere questa recensione con le parole che si leggono sulla bocca di Joy nel finale “Bye room”.
Voto 9
Milena
Roomultima modifica: 2016-03-05T19:43:21+01:00da
Reposta per primo quest’articolo
Bellissimo, capace di suscitare emozioni diverse e contrastanti nello spettatore. Intenso anche il libro.
Brava Millie, commento veramente esaustivo. 🙂