Millysfera

Il caso Spotlight

Boston  2001, Il Boston Globe ha una sezione investigativa  la Spotlight. Con l’insediamento del nuovo direttore Marty Baron, interpetato da liv Schreiber che lo interpreta con un carisma davvero sottile, chiede al  caporedattore Robinson interpretato da Michael keaton come mai il giornale non avesse focalizzato sul comportamento di vari preti coinvolti in abusi. Inizia così una ricerca di tutta la redazione sui  testimoni dei fatti, si scoperchia un calderone con centinaia di indiziati e insabbiamenti, una faticosa caccia con riscontri, testimonianze, ammissioni e prove schiaccianti da parte della chiesa nella persona dell’arcivescovo Law che sapeva tutto.
Diretto da Josh Singer e Tom McCarthy,  la redazione in cui spicca per bravura Mark Ruffalo, oltre a Michael Keaton, Rachel Mc Adams, Braian D’Arcy James, oltre a Stanley Tucci nei panni dell’avvocato. Film presentato a Venezia, Candidato a 6 Academy Awards , fa pensare involontariamente “A tutti gli uomini del presidente” solo come ambientazione perchè di giornalisti d’assalto si tratta, ma l’argomento è davvero tremendo, girato con  una fotografia nebulosa anni ’70  molto  squallida, ma è giusto ci sta, per certi versi il film è troppo intrigato ci si perde in nomi e vecchi articoli, pessimo anche il doppiaggio,  ma è tutto  vero, perchè tratta di fatti veri, perchè la Chiesa non fa niente ma nasconde.  “La verità è che ho fatto solo il mio lavoro”  dice Michael Keaton “C’è poco da investigare. Ricordo lo scandalo, da Cattolico mi colpì molto, in un’era di passaggio come la nostra, in cui il reportage d’inchiesta è merce rara la stampa cede sempre più il passo a internet. Una bella sfida. Avessi visto il film all’università, mi avrebbe spinto a diventare giornalista..” Per vestire i panni del caporedattore Robinson  keaton – Batman degli anni ’80 e Birdman Oscar del 2015 nel film di Inarritu, “Ho trascorso molto tempo con lui per vedere il mondo dell’informazione con i suoi occhi e cogliere l’essenza dell’uomo che avevo davanti. Più che la chiesa, il film attacca abusi di potere, grazie a un gioco di squadra. Noi attori abbiamo solo cercato di interpretare al meglio quei giornalisti, per me degli eroi. E’ stato il nostro contributo alla causa.” E’ un film che sgomenta e innervosisce, perchè è tutto vero, perchè tratta di fatti accaduti chissà quante altre volte  in ogni dove, c’è una certa analogia non per l’argomento, ma stessa dinamica di omertà come nel film “Il labirinto del silenzio” la dinamica è la stessa, per evitare la gogna si ignora,  si preferisce lasciar perdere. Perchè la Chiesa non fa niente? Ma nasconde. C’è una scena in cui una vittima ormai adulta camminando mentre viene intervistato dice alla giornalista “Guardi come al solito qui c’è una chiesa e un asilo…”. Mi chiedo se Papa Francesco ha visto il film, erano quasi un centinaio i preti coinvolti solo a Boston,  fatti nascosti con la complicità dell’arciprete Francis Law dal 1984 al 2002. Alla fine fu costretto a dimettersi, l’indagine valse il premio pulitzer. Probabilmente il film vincerà  più di un Oscar. Invece purtroppo per il mondo, esilio dorato  per Law dal 2004 al 2011 “arciprete” della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, insomma vacanze romane, fa indignare parecchio questa assoluta protezione clericale. Quando il Vangelo predica tanto il pentimento. Chissà se Papa Francesco ha visto il film lui che ha chiesto perdono per tanti preti colpevoli,  proprio ieri domenica ha detto ” Vorrei una Chiesa con veri preti”….

Voto 9

Milena

Il caso Spotlightultima modifica: 2016-02-22T09:08:18+01:00da
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