Taxi Teheran

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In questo film la trama è già  tutta nel titolo, il regista Jafar Panahi interpreta se stesso alla guida di un taxi, un pò come Sordi nel Tassinaro, o Nanni Loy in specchio segreto, con la telecamera a bordo vediamo  salire e scendere  persone,  apparentemente casuali,  che scambiano discorsi  che sembrano banali,  invece parlano di libertà e diritti negati  e molti   altri problemi.
Vincitore dell’ultimo orso d’Oro a Berlino il regista Jafar Panahi  non c’era, costretto a non lavorare e agli arresti domiciliari dal regime iraniano. Ma il suo film vietato, Taxi, ha vinto il 65° Festival di Berlino. L’Orso d’oro è stato ritirato dalla nipotina, ripresa anche nel film, che era emozionatissima: “Non sono in condizione di parlare”, ha detto con voce commossa. Fra il pubblico c’era anche la moglie del regista al quale non sono permesse dichiarazioni e interviste. Per le sue critiche al regime, Panahi è stato condannato nel 2010 a sei anni di prigione e 20 anni di divieto di lavorare e andare all’estero. La condanna non è stata applicata pienamente finora.   Taxi Teheran è stato acclamato in tutto il mondo e osannato ] dalla giuria del Festival Internazionale di Berlino. Cosi è stato commentato da Darren Aronofsky, Presidente della giuria del Festival di Berlino 2015: «Le restrizioni sono spesso fonte d’ispirazione per un autore poiché gli permettono di superare se stesso. Ma a volte le restrizioni possono essere talmente soffocanti da distruggere un progetto e spesso annientano l’anima dell’artista. Invece di lasciarsi distruggere la mente e lo spirito e di lasciarsi andare, invece di lasciarsi pervadere dalla collera e dalla frustrazione, Jafar Panahi ha scritto una lettera d’amore al cinema. Il suo film è colmo d’amore per la sua arte, la sua comunità, il suo paese e il suo pubblico…».
 Se devo dare un voto a livello visivo e di sceneggiatura ecc.. darei 4 è davvero lento, poco curato come fotografia e tempi,  insomma abbastanza sommario. E purtroppo anche  il doppiaggio in  italiano lascia molto a desiderare  è stato trascurato e qui non  è colpa   della produzione del film, infatti non può passare inosservata e stride  moltissimo la voce della nipotina del regista “iraniano” che recita con un vistosissimo accento “fiorentino” ,   davvero imbarazzante…
 Ma se penso all’idea del film, come escamotage in un paese oppresso,  l’Iran,  come metodo per  parlare di libertà e  divulgare la situazione a livello internazionale con  pochi mezzi economici, davvero non esiste un voto. Tanti complimenti a questo regista, che per tutto il film ha  mantenuto un bel sorriso sincero, a dispetto di ogni  condizionamento politico-religioso.  Speriamo sinceramente al prossimo film di vedere accennati dei progressi a questo riguardo. E come sempre accade, quando si visitano diverse realtà sociali, si esce dalla sala smarriti, perchè la libertà non ha prezzo e qui da noi esiste e da tantissimo, ormai la diamo per scontata, dimenticando con faciloneria e superficialità che anche qui è il risultato di molte guerre e diverse lotte sociali.  Quindi dobbiamo esserne orgogliosi e fieri, e portare molto rispetto a questa realtà che ci appartiene, consapevoli  ancora una volta che in certi paesi rimane un  bellissimo sogno.
Milena
Taxi Teheranultima modifica: 2015-09-21T08:24:38+02:00da milfer
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