Una sconfinata giovinezza

avati.jpgIn questo film Avati racconta di una coppia Lino e Chicca. Sposati da tanti anni, un amore felice anche ora che sono avanti con gli anni, l’unico neo in questo rapporto è la mancanza di figli,  lui  è un famoso giornalista sportivo, lei docente universitaria, sono circondati da una famiglia ricca e perbene, composta da  luminari e tutti con figli altrettanto dotati. I problemi  cominciano quando Lino inizia a dare segni di perdita di memoria, amnesia, o a non capire i discorsi altrui, così arriva una diagnosi  tremenda “Alzheimer” senza ombra di dubbio. L’amore porta Chicca a comportarsi come una madre, per amore di Lino, addirittura a giocare con lui.Avati ci disegna in flash back momenti della vita infantile del bambino Lino, rimasto orfano, la zia che si occupa di lui i primi amici ed il suo inseparabile cane.

Il regista  tratteggia con la bravura di sempre, un clima temporaneo in cui tutto è perfetto, ma  l’inesorabile e impietosa malattia   fa crollare tutto in un attimo   come un  castello di sabbia,   spiazza l’esistenza del protagonista, distrugge  ogni capacità, lascia inermi chi sta intorno . E’ palese come  chiunque può essere vittima di se stesso, prima ancora di ogni ostacolo o capacita di intelletto possa fare. La parte del film dei ricordi è emotivamente eccellente, manca secondo me una colonna sonora incisiva. La bravura davvero impressionate di un Fabrizio Bentivoglio, curata in ogni sguardo  espressivo e di movimento, evidenzia il dramma del  protagonista in tutto il suo aspetto, naturalmente stranito, con  una tenerezza e  intensità davvero significative. Il film ben rappresenta il problema direi attualissimo, in quanto questa società sta invecchiando  e sempre di più la  mente umana è appesa ad un filo, non possiamo essere sempre quello che siamo ora, la consapevolezza di quanto tutti siamo in balia di noi stessi fino alla fine. “Una Sconfinata giovinezza” Il titolo fa pensare a qualcosa che ha a che fare con la longevità, invece qui si tratta  della mente prigioniera del ricordo di bambini.”Tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi di essi se ne ricordano” (Antoine De Saint Exupery).Qui il rischio è la patologia , l’esatto opposto e cioè non ricordare più che si è ormai  grandi.


Voto 10

Milena

Voglio sottolineare che il cinema italiano, secondo me, sta vivendo un nuovo “neorealismo”, ci sono molti attori e registi di grande capacità  e questo film lo dimostra, come le dieci candidature Italiane  agli Oscar di quest’anno.

Una sconfinata giovinezzaultima modifica: 2010-10-09T20:46:00+02:00da milfer
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