Le vite degli altri

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Anno: 2006
Nazione: Germania
Durata: 138′
Data uscita in Italia:  aprile 2007
Genere: drammatico
Oscar 2007

 

 

 

Un film di Florian Henckel von Donnersmarck. Con Martina Gedeck, Ulrich Muhe, Sebastian Koch, Ulrich Tukur, Thomas Thieme, Hans-Uwe Bauer

Berlino Est, 1984. Il capitano Gerd Wiesler è l’abile, spietato
solerte agente HGW XX/7 della famigerata Stasi, la Polizia di Stato
che crea un clima di terrore tra i cittadini della DDR. Per la sua
abilità e lealtà il tenente colonnello Anton Grubitz gli affida il
compito di mettere sotto stretta sorveglianza il drammaturgo di
successo Georg Dreyman, autore apprezzatissimo e fra i più importanti
intellettuali dal regime comunista, su cui nutre sospetti. In realtà
non è il solo ad avere un motivo per cercare di incriminarlo. In
particolare il ministro della cultura Bruno Hempf vorrebbe farlo
imprigionare per avere via libera con la sua compagna Christa-Maria
Sieland, celebre attrice teatrale, di cui è invaghito.

Un uomo dallo sguardo perso nel vuoto prende un ascensore nella Berlino
Est del 1984. Poco prima che le porte si chiudano, un pallone da
calcio rotola dentro, seguito dal suo piccolo proprietario. Le porte
si chiudono. L’ascensore inizia a salire. Il bambino guarda l’uomo e
chiede: “È vero che lavori per la Stasi?”. L’uomo
ribatte prontamente, da quell’esperto inquisitore che il pubblico
ha visto in azione: “Chi lo dice?”. E il giovane risponde:
“Mio padre”. Senza perdere un colpo, l’uomo insiste: “E
allora, qual è il nome di…” ma si ferma a metà frase. “Di
cosa?”, chiede il bambino. Qualche secondo di silenzio. “Del
tuo pallone…”, chiede l’uomo, con tono stupito, come se non
riuscisse a credere alle sue stesse parole. “Sei pazzo!”
esclama il bambino, “i palloni non hanno un nome!”

“Le persone non cambiano così facilmente, succede solo nelle commedie”

Avvincente, come un giallo, la giusta suspance, colpi di scena, parole scritte e
non dette, l’ombra del grande fratello, non a caso è il 1984 il
richiamo al libro di G. Orwell. Prima della caduta del muro di
Berlino, dopo la dittatutura, tutti erano sotto controllo, mi ricorda
un libro di Kundera(Lo scherzo), certi spy story americani, ma si capisce
l’orginalità mitteleuropea i colori sono freddi, ma esistono le
passioni e si ascoltano i pensieri, insieme  alle musiche di Beethoven, e
le emozioni. Com’è  giusto che succeda, la spia e gli altri si identificano simili.

Milena

http://www.youtube.com/watch?v=c4GM4VO2n0g (le barriere invisibili dell’arte)

Le vite degli altriultima modifica: 2007-05-26T15:40:00+02:00da milfer
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