Frantz

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Nel 1919, in una cittadina della Germania, Anna si reca tutti i giorni alla tomba del suo fidanzato, caduto al fronte in Francia. Un giorno giunge un ragazzo francese, anche lui porta i fiori sulla stessa tomba, quella del suo amico tedesco…

Diretto da Francois Ozon presentato a Venezia è valso il premio Mastroianni alla protagonista Paula Beer, che interpreta Anna, Pierre Niney interpreta Adrien. Film in bianco e nero ravvivato da sprazzi di colori in certi momenti incisivi. La trama è il remake di un film di Lubitsch “Broker Lullabby” del 1932.  L’intento di Ozon di fare un film che parlasse di guerra a guerra finita tra un popolo vincitore e uno vinto, a cui si intreccia la perdita del futuro marito. Lasciando i personaggi abbastanza nel mistero, il bianco e nero si adatta benissimo a questo melodramma oltre che al periodo al clima di sofferenza e di perdita, che si trasforma in un sentimento di condivisione positivo.  Colpisce la cura dei dettagli con cui il regista  rende chiari i sentimenti dei protagonisti, tra cui la straordinaria Paula Beer  con la sua camminata abbottonata nel cappotto  scuro con il cappello, sembra recitare già solo con la sua  immagine è  il vero personaggio a cui tutto gira intorno, si ripercorrono vari stati d’animo dal senso di colpa dei padri che spinsero i figli a partire per la guerra, alle vittime dell’assurdità  della trincea, oltre ad affrontare la bugia come gesto utile a tutelare da una verità  inaccettabile e dolorosa. Un buon lavoro, il risultato un bellissimo film  in cui ci si immerge dove Ozon è stato bravo a mantenere una certa suspance e mistero fino all’ultima scena. Non saprei descrivere il piacere mentre si guarda questo film sembra una pellicola degli anni quaranta come immagini e intensita’, un’atmosfera  davvero notevole ti cattura psicologicamente. Il film è doppiato tranne quando parlano in francese che è sottotitolato, si apprezza una musica delicata in sottofondo  che ricorda certi di Hitchcock, ma poi ci sono due inni,  la Marsigliese  e ” l’inno alla gioia”  di Beethoven sui versi del connazionale Schiller un inno alla fratellanza. In fondo il film parla di amicizia che abbatte ogni muro che la guerra crea.

Voto 9

Milena

 

Frantzultima modifica: 2016-09-25T21:43:00+02:00da milfer
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