The Square

46698

Christian è il curatore di un importante museo di arte contemporanea di Stoccolma. Una mattina, sulla strada per il lavoro, soccorre una donna in pericolo e si scopre derubato del telefono e del portafoglio. Al museo, intanto, lui e la sua squadra stanno lavorando all’inaugurazione di una mostra, che prevedere l’installazione dell’opera “The Square”: un quadrato delimitato da un perimetro luminoso all’interno del quale tutti hanno uguali diritti e doveri, un “santuario di fiducia e altruismo”. Su suggerimento di un collaboratore, Christian scrive una lettera in cui reclama i suoi averi rubati, innescando una serie di conseguenze che spingono la sua rispettabile ed elegante esistenza in una vertigine di caos.
Diretto da Ruben Ostlund, la prima volta che abbiamo sentito il suo nome è  stato qualche anno fa a Concorto, il suo Short film vinse nella categoria Explora mi sembra di ricordare, indimenticabile la sua camera fissa sulla scena. Stesso metodo di ripresa del suo primo lungometraggio “Forza maggiore”, Ogni scena un quadro di intenti e intelligenza.  Questo suo ultimo ha vinto la Palma d’oro a Cannes e parteciperà   agli Oscar nei film stranieri. E’  strano tutto quanto in questo film,  a tratti tragico a tratti divertente, seguire Christian un uomo affascinante e sicuro di sé,  così distante dal mondo che non è  il suo,  per un fatto casuale deve cercare di sporcarsi le mani, per rendere l’idea con gente della banlieu di Stoccolma, sembra una reazione a catena, psicologicamente da un niente scaturiscono una serie di disavventure che lo rendono un uomo diverso pieno di rimorsi e paure, gli crolla tutto il mondo di sicurezze che prima lo circondava, c’è  una scena presa dall’alto dove fruga nell’immondizia mentre sta piovendo, davvero incredibile, per non parlare della musica a tratti ipnotica con lo stesso suono sembra raccontarci un dramma. In questo film si parla di tutto ciò che è la nostra società,  il divario sociale, le classi si mischiano senza soluzioni,  provocando inesorabilmente in chi guarda un forte senso di angoscia, non si vorrebbe vedere ció  che siamo diventati in qualunque ceto della società Si parla di sesso dialogo tipo Weinstein,  la giornalista chiede a Christian “Ti servi del tuo potere per portami a letto”  E “lui Ma tu sei attratta dagli uomini di potere e infatti sei venuta a letto con me” Così  anche riguardo al rapporto con i social come tutto puo’ degenerare per colpa di un video,  che non aveva avuto il tempo di vedere prima. Ostlund non colpevolizza nessuno, ma evidenzia le contraddizione di una società che non comunica e se lo fa si creano solo equivoci. Si parla di arte di avanguardia che ormai non ha piú  freni a livello di istallazioni, come nella scena della cena di tutta la nobiltà invitata a fare i conti con la rabbia primordiale. Che dire? Ancora una volta Ostlund ci sorprende,   stupisce moltissimo per la sua analisi umana introspettiva e culturale molto attuale,   mai banale, ne retorico senza essere  politically corret. Il suo modo di esprimersi crea una suspense pazzesca,  sono uscita dal cinema con un peso al petto “sconvolgente”.
Voto 9
Milena
The Squareultima modifica: 2017-11-26T13:54:30+01:00da milfer
Reposta per primo quest’articolo
Questa voce è stata pubblicata in cinema e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento